A Rovaniemi, la città del caro Babbo Natale,
Costume Babbo Natale
in mezzo ad una bella foresta di bianche ed argentee betulle, vivevano, nello stesso altissimo albero, due cuginetti, l’elfo Guelfo e l’elfo Ghibellino. Erano due buffi, giovani e scattanti elfi,
Costume elfo bambino
e, con le loro famiglie d’origine, vivevano nella Grande Betulla, il grande albero destinato agli elfi aiutanti di Babbo Natale.
Orecchie giganti da elfo o da lupo mannaro
Copriscarpe elfo in tessuto
Loro erano figli di due sorelle elfe,
Costume elfo donna
di origine fiorentina e tanto amanti della cultura italiana, e di due fratelli elfi molto uniti.
Costume elfo adulto
L’Italia, la loro cara patria così lontana, ma sempre nel cuore. Entrambe le coppie avevano avuto un solo figlio e avevano deciso di farli crescere insieme come due fratelli. Ma l’impresa, fin dalla loro nascita, avvenuta a poche ore di distanza, parve davvero ardua… I due erano similissimi nei tratti: biondi, con le lunghe orecchie a punta, il nasino all’insù e il fisico snello e atletico… Ma erano invece davvero come il giorno e la notte caratterialmente, all’apparenza: Guelfo era timido, silenzioso, attento, preciso e studioso; di contro, Ghibellino era rissoso, fanfarone, chiacchierone e distratto. Ma erano entrambi comunque molto amati dagli altri. Ma loro, pur amandosi profondamente, litigavano anche per l’aria che respiravano. Uscivano con gli amici ed ogni occasione era buona per discutere: un odore da riconoscere nel bosco, una previsione su quanti minuti dopo sarebbe partito un temporale, …ogni evento era la molla per far scattare una rissa verbale… E, si sa, gli elfi sono eccezionali nella conoscenza della natura, e hanno spesso doti anche di telepatia! E quindi erano anche in grado di prevedere le rispettive reazioni. Ma avevano forte rispetto di sé e degli altri e sapevano di essere in fallo nel mondo così pacifico degli elfi ad essere così animosi l’uno verso l’altro, ma era più forte di loro. Ogni giorno si recavano al lavoro volontario presso la catena di produzione dei giochi di Babbo Natale,
Costume mascotte Babbo Natale
ma anche i colleghi si lamentavano delle loro continue discussioni. Natale stava arrivando, e Babbo Natale si rese conto che molto probabilmente la carta per impacchettare i regali di Natale non sarebbe bastata. Babbo Natale decise di mandare i due bellicosi elfi a prendere la carta nel bosco dei Trecento Pini, dove la Fata Cellulina
Costume Fatina Verde
gestiva una grande cartiera per la produzione di carta fatata e profumata al pino. I due elfi partirono già sbraitando su chi doveva stare davanti nel sentiero del bosco… Babbo Natale li osservava sconcertato… I due giunsero piuttosto velocemente al bosco dei Trecento pini, e subito, Ghibellino, baldanzoso, corse verso un vascone di pasta di cellulosa che era lì, ai margini del bosco. Guelfo arrivò dietro di lui dicendogli di stare attento a non cadere. Ghibellino, spocchioso, si girò verso di lui, insultandolo e dicendogli che lui era solo un fifone… Mentre parlava, mai fermo, …cadde nel vascone con un tonfo. Iniziò ad urlare, e Guelfo, senza avere la minima esitazione, lo afferrò per la mano e tentò di salvarlo. Ma la pasta di cellulosa era fatata e, mentre ribolliva, inghiottiva ciò che la circondava. Questo incantesimo era stato fatto dalla Fata Cellulina per evitare che qualcuno rubasse anche solo parte della cellulosa e la analizzasse in laboratorio per carpirne i segreti… Guelfo tirò, tirò a più non posso, e riuscì a fare aggrappare Ghibellino al bordo del vascone. Ghibellino, con la voglia di salvarsi la vita, tipica di chi sta per perderla, diede un fortissimo colpo di reni e riuscì a sollevarsi sul bordo e ad uscire dal vascone, ma, ahimè, Guelfo cadde dentro a sua volta… Per salvare il cugino, ora era caduto dentro lui. Guelfo mantenne la calma ed allungò subito le braccia per farsi prendere dal cugino. Ghibellino lo guardò con le lacrime agli occhi e gli disse che era dispiaciuto di averlo destinato a fine certa. Guelfo lo guardò, muto, ma molto espressivo…, e intanto lottava contro la cellulosa che cercava di inghiottirlo. Ghibellino si girò, per non guardarlo morire. Ma non gliela fece: si girò di scatto, si sdraiò sul bordo del vascone e, con la forza della paura, riuscì a salvare il povero cugino Guelfo. Stanchi, e trafelati, sul bordo del vascone, si guardarono, e quel silenzio valse più di milioni di parole ed urli. La guerra era finita ed era ora di pace. Con tanta carta fatata e profumata, fecero ritorno a casa e da Babbo Natale, che sapeva già tutto… Arrivò Natale e fu il più bello che Guelfo e Ghibellino avessero mai vissuto, con tanti doni e tanti pandori e panettoni giunti per loro direttamente dall’Italia.