La cornucopia porta tutti noi col pensiero al cibo, al benessere, alle messi, alla freschezza, all’abbondanza. Una immagine di ubertosa stagione della vita e dell’anno. La cornucopia è un’icona mitologica che deriva il suo nome proprio dai concetti di corno (in latino cornu) e copia (che in latino significa abbondanza). Dall’interno del corno scendono senza sosta frutti di tipo diverso e tanti grappoli d’uva.
MELA GIALLA cm 6,5 x 7,5
PERA GIALLA cm 6,5 x 12
GRAPPOLO UVA BIANCA da 51 acini (disponibili anche in nero e violetto)
GRAPPOLO UVA NERA da 90 acini (disponibili anche in bianco e violetto)
La cornucopia ha la sua origine mitologica in Grecia, dove il fiume Acheloo, che era personificato come divinità fluviale, e rappresentato sotto forma di toro,
MASCHERA BOVINO IN LATTICE
si trova a lottare contro Eracle (Ercole) per ottenere le nozze con Deianira. Purtroppo Acheloo ha la peggio ed Eracle gli strappa un corno. Acheloo, perdente, acconsente suo malgrado alle nozze di Eracle con Deianira, e, in cambio del suo corno, dà ad Eracle un corno della capra Amaltea, che era sua sorella, ed era stata la tata di Zeus (Giove). Da questo corno di Amaltea sgorgano frutti e fiori in abbondanza: ecco la cornucopia! Oggi, Amaltea è ancora vicina a Giove: infatti è stato dato questo nome al satellite più vicino al pianeta più grande del nostro sistema solare. Anche Rosmerta, che era la divinità gallica dell’abbondanza, era rappresentata con una cornucopia, ed era la moglie del dio Mercurio. Nella Roma antica c’erano poi diverse divinità pagane che presiedevano ai riti e alle feste legate all’abbondanza, ai raccolti e alle messi, al pane quotidiano. Annona, che viene spesso raffigurata con delle spighe in mano e presiede al grano estivo.
PANE cm 17 x 14,5
La dea Cibele, che protegge anch’essa la natura, ma intesa anche come flora e fauna, tanto che viene spesso rappresentata con a fianco due leopardi o due leoni.
PARRUCCA LEOPARDO
PARRUCCA LEONE
Opi è anch’essa una divinità romana legata alla terra e all’abbondanza dei frutti, così come la dea greca Demetra. Tutte donne, come in un gineceo, e come quelle meravigliose feste tra sole donne, che escono per divertirsi tutte insieme al venerdì sera, alla faccia degli uomini che, se non escono da soli in contemporanea alle donne, sono magari già andati a giocare a calcetto al giovedì sera… Terribile, …o splendido, dipende dai punti di vista…!
6 COLLANE CON FIORI IBISCUS
La dea della abbondanza romana, ma anche la dea alla quale si dedicavano bellissime ma misteriose feste tra donne, a cui gli uomini non erano assolutamente ammessi, era poi Bona Dea. Queste feste si tenevano ogni anno all’inizio di Dicembre. A nessuno era consentito pronunciare il suo nome, che era un mistero per tutti, tranne per le donne che partecipavano a queste feste. La festa iniziava con una parte “esterna” in cui le sacerdotesse, le vestali romane, facevano riti sul colle dell’Aventino, dove c’era un tempio a lei dedicato, ed un bosco sacro. Dopo, in una casa privata accuratamente scelta, le matrone romane si riunivano, per festeggiare e fare riti propiziatori per la ricchezza e la prosperità del popolo di Roma.
COSTUME ROMANA
Si dice che nel tempo, gli uomini divennero curiosi di sapere che cosa succedesse a queste feste segrete, e facessero di tutto per cercare di scoprirlo. Si diceva, infatti, che le feste fossero dedicate a questa dea che, moglie di Fauno e veramente molto virtuosa, tanto da non avere contatti con nessuno, se non col marito, e sempre chiusa in casa, venne poi invece trovata completamente ubriaca dal marito e per questo uccisa a morte a frustate con un ramo di mirto. Pazzesco. Un momento ludico di una donna sola, magari astemia, provocò un’ira funesta dalle conseguenze tremende. Ovviamente a queste feste venne bandita la presenza del mirto. Si sa dagli scritti che nel 62 a.C. che Publio Clodio si introdusse vestito da donna a casa di Giulio Cesare, dove quell’anno si teneva la femminea festa, organizzata da sua moglie Pompea. Publio Clodio tradì la sua presenza, venne cacciato ed il fatto ebbe gravi conseguenze politiche. Alle feste, si sapeva, il vino scorreva a fiumi, e questo già era uno “scandalo”, in una società in cui le donne praticamente non bevevano… Si dice che il vino venisse chiamato latte, chissà, forse per la vergogna del bere così copiosamente! In più si diceva che nei riti si mangiassero maialini da latte e fossero presenti dei serpenti o immagini di serpenti, cari alla dea.
COBRA
I bagordi duravano per l’intera nottata con balli e giochi. Negli anni seguenti allo scandalo di Publio Clodio, le feste andarono a scemare. Si festeggiava il classico Carnevale. Peccato! E’ sempre un’ottima occasione avere motivi per festeggiare! Che sia l’inizio di Dicembre o Carnevale!