“Truffa, truffa, ambiguità; truffa, truffa, ambiguità; fal-si-tà!!” Recitava così un famoso slogan-canzoncina di una trasmissione satirica dell’inizio degli anni 90. Si riferiva in quel caso alla cronaca, ai giornali, alla politica, ma il concetto resta: il trucco è una truffa, un inganno, un camuffare la realtà. Infatti, nel caso di quelle operazioni che servono ai truccatori per correggere degli inestetismi della pelle, come ad esempio brufoli, cicatrici, ecc… si parla di camouflage, usato poi anche, di rimando, per evidenziare i pregi del nostro viso.
Nella nostra società così “estetica“, il trucco, il make-up, la cosmetologia in generale, hanno assunto una rilevanza enorme. Si pensi a quanto, nel nostro piccolo, tutti noi facciamo per noi stessi: saponi profumati diversi, shampoo, balsamo, gel, creme varie e per ogni necessità, deodoranti, profumi d’ogni sorta. Un delirio nella spesa ordinaria di ognuno di noi, ma in realtà una cura di noi stessi che ha la sua origine in tutte le culture, fin dall’antichità. Penso ad esempio agli occhi degli Egiziani e dopo anche dei Greci e dei Romani…. Ma poi anche ai visi pallidi di cipria compatta del 600 e del 700 e a come anche solo nel secolo dopo, l’800, la regina Vittoria considerasse il trucco una volgarità per prostitute o attori!
Noi oggi diamo al trucco valori differenti: o di fare sì che ognuno di noi appaia più giovane ed “in forma”, o che ci serva come ausilio per travestirci da “altro”, come nel teatro, per interpretare ruoli diversi dal nostro della realtà. Un po’ per divertimento, perché in fondo è bello essere travestiti per la festa, un po’ per uscire dal reale, dal “normale”. Per essere sempre diversi, per sentirsi più belli!